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Dieci domande riguardanti la Psicoterapia

1 - Sono migliori i farmaci oppure è meglio scegliere la psicoterapia?

Alcuni studi evidenziano che, rispetto a determinate problematiche quali quelle di tipo ansioso, i farmaci si dimostrano efficaci in minor tempo se confrontati alla psicoterapia. Ma evidenziano anche, per contro, che la psicoterapia ha un effetto più stabile e duraturo nel tempo.
Contrariamente a quanto molti pensano, terapia farmacologica e psicoterapia non sono necessariamente in antitesi. Naturalmente si deve tenere conto che i farmaci, in quanto tali, presentano una serie di effetti collaterali e in alcuni casi possono dare dipendenza.
I farmaci, inoltre, hanno proprietà chimico fisiche molto precise, ma non hanno la capacità di andare alla radice di una problematica causa di un disturbo, cosa che la psicoterapia, viceversa, può fare.
Una precisazione: quanto detto sino ad ora non riguarda, comunque, numerose patologie, si pensi a disturbi con sintomi quali deliri o allucinazioni, oppure a cambiamenti ciclici di umore che va da gravemente depresso a euforico. In questi casi il farmaco non può trovare nella psicoterapia un sostituto. Questa però, a sua volta, può divenire determinante per la qualità della vita di una persona con una patologia mentale cronica e per i suoi familiari. Non avere sintomi gravi, infatti, non è l'equivalente di stare bene e di un buon equilibrio personale o familiare. Di fronte a patologie che hanno molte implicazioni personali, è fondamentale un aiuto specialistico.

2 - La psicoterapia è molto costosa?

Ogni professionista applica una propria tariffa. Nell'albo nazionale degli psicologi è pubblicato un tariffario con importi minimi e massimi di riferimento, visitabile al seguente indirizzo: Ordine degli Psicologi. Tra i diversi interventi si trova la voce "psicoterapia" nelle sue diverse forme.
Una riflessione a proposito dei costi: vi è mai capitato di fare il conto delle spese non indispensabili per la vostra vita oppure per altre situazioni sanitarie, ad esempio quelle dentistiche, a cui tutti dobbiamo presto o tardi ricorrere? Scoprirete, probabilmente, che gli importi che destiniamo in questo senso non sono molto diversi da quelli che spenderemmo da uno psicoterapeuta (fatte le dovute, ovvie, eccezioni per professionisti particolarmente cari). Eppure è facile che il malessere psicologico passi in secondo piano anche quando dovesse rivelarsi fortemente limitante per la vita della persona.
Naturalmente, purtroppo, ci sono coloro che non possono disporre realmente dei soldi necessari alla psicoterapia. In questi casi rimane sempre la possibilità di rivolgersi alla struttura pubblica, pur con tutti i limiti che questa può dimostrare in termini di tempi. Oppure si può concordare con lo psicoterapeuta un importo ritenuto sostenibile. Qualcuno rifiuterà, altri probabilmente vi verranno incontro.

3 - Quanto dura una psicoterapia?

Non esiste un'unica risposta. Sarebbe come chiedere se i tempi di guarigione dal raffreddore e quelli per una frattura sono gli stessi. C'è caso e caso. Alcune volte dopo qualche mese la persona trova l'equilibrio di cui aveva bisogno, altre volte, ad esempio in presenza di vicende traumatiche importanti, ci vuole più tempo. L'importante è che quel tempo sia speso bene e ogni paziente è consapevole di questo ben prima della conclusione della terapia.
Deve però far riflettere il fatto che talvolta prima che una persona riconosca una problematica, ma soprattutto decida di affrontarla, passano anche diversi anni. Si possono così creare numerose implicazioni (vera fonte di sofferenza per la persona) che hanno bisogno del loro tempo per essere risolte.

4 - La psicoterapia può cambiarmi "troppo"?

Se l'uomo si distingue dagli altri esseri viventi per la sua capacità di sopravvivenza non è solo per via della sua intelligenza. Ci sono molti automatismi, definiti "meccanismi di difesa", che hanno lo scopo di salvaguardare la persona in ogni circostanza. I meccanismi di difesa ci tutelano, dal punto di vista psichico, per tutta la vita. Ciò che "è bene non emerga" in una seduta di psicoterapia, non emergerà se non nell'interesse della persona, in linea con le sue esigenze di salute. Le Difese sono talvolta tanto potenti da rallentare il processo terapeutico anche quando non vi sia un reale pericolo, figuriamoci nel caso la persona dovesse trovarsi di fronte a contenuti eccessivamente dolorosi o angoscianti.

5 - Lo psicologo cura anche le malattie mentali?

Lo psicologo che sia specializzato in psicoterapia può lavorare anche col disturbo mentale grave. Naturalmente si tratta di un ambito che richiede una particolare specificità negli interventi. In determinate situazioni nasce una collaborazione con lo psichiatra che segue farmacologicamente la persona. Questo permette un intervento congiunto molto importante per la qualità della vita di chi soffra di un disturbo mentale. Inoltre, dal momento che la patologia mentale severa non riguarda solo il paziente ma coinvolge anche i suoi familiari, lo psicoterapeuta può offrire un importante sostegno anche a questi ultimi.

6 - La psicoterapia scoprirà delle cose che sarebbe meglio non scoprire?

Non c'è dubbio che tra paziente e psicoterapeuta si crea un rapporto molto profondo, dove le tematiche trattate sono molto varie, comprese alcune particolarmente delicate e/o riservate. Al di là del segreto professionale, che vincola giuridicamente (e moralmente) il professionista, è opportuno sapere che durante le sedute non emergono contenuti inutili dal punto di vista terapeutico, grazie alla "qualità" dei "processi di pensiero" che si attivano. Del resto il vero scopo della terapia è proprio fare si che tali processi possano guidare la persona verso la remissione dei sintomi e l'acquisizione di un nuovo equilibrio.

7 - Devo dire proprio tutto allo psicoterapeuta?

Vi sono degli aspetti della propria vita che, a volte, assumono un carattere di particolare riservatezza. Una importante psicanalista, la dottoressa Corbella, parlava, a questo proposito, del "giardino interiore" di una persona come di un'area si da esplorare, ma anche da rispettare con estrema cura. Lo psicoterapeuta esperto saprà distinguere il significato del "non racconto" di un paziente, se questo rappresenta cioè un'esigenza momentanea di riservatezza, oppure il bisogno di un tempo più lungo o, ancora, una parte del "giardino interiore" talmente riservata che è giusto rimanga di esclusiva conoscenza del paziente. Una cosa è certa: un buon terapeuta non forzerà mai un paziente a parlare, anzi, darà una grande importanza sia al silenzio che al "non detto".

8 - La terapia individuale è più utile di quella di coppia o familiare?

Non esiste una regola in questo senso. A volte le terapie di coppia o familiari sono semplicemente impossibili per numerosi fattori indipendenti dalla persona. Altre volte possono essere più impegnative ma anche più produttive. Molto dipende dalle circostanze: a volte una persona può sentire l'esigenza di uno spazio totalmente esclusivo dove poter trovare un clima di accoglienza e assenza di giudizio. Altre volte, quando vi sia ad esempio un problema di conflittualità tra coniugi oppure all'interno di una famiglia è più utile la presenza di più persone. In fine, ci sono situazioni, che riguardano soprattutto pazienti ancora piccoli, dove la presenza dei genitori o di figure adulte di riferimento può essere molto importante.
L'utilità è pertanto legata alle circostanze che lo psicoterapeuta valuterà e alle esigenze della persona.

9 - La psicoterapia funziona sempre?

Rispetto alla remissione dei sintomi come nel caso dell'ansia (ad esempio attacchi di panico) oppure alle fobie (timori irrazionali di qualcosa fortemente limitanti) o alla depressione è molto raro che la psicoterapia fallisca, almeno del tutto.
A volte, però, soprattutto quando il sintomo porta dei cosiddetti "vantaggi secondari" (anche di tipo affettivo), può non essere semplicissimo venire a capo di un problema e in questi casi occorrerà un po' più di tempo. Questo si verifica, ad esempio, quando un sintomo si associa a una gratificazione, come nel caso delle dipendenze.
La terapia può apparire, altre volte, inefficace nel caso di aspettative irrealistiche da parte del paziente, dove si investa il terapeuta di un potere che va ben oltre le sue possibilità, ma vi sia, in realtà, una scarsa motivazione al cambiamento da parte della persona (è il caso di persone che intraprendono la psicoterapia per compiacere il desiderio altrui, ad esempio del partner). Nessuna terapia può infatti funzionare se non vi è, da parte del paziente, il desiderio di un reale cambiamento.

10 - Si può iniziare a qualunque età una psicoterapia?

Senza dubbio si. Se è vero che più si è giovani maggiori energie e capacità di cambiamento sono disponibili, è anche vero che talvolta vi sono persone, non più giovanissime, che hanno mantenuto intatta la loro capacità di esplorare ed interrogarsi, quasi sempre attingendo positivamente dal loro bagaglio esperienziale.

 

Dott. Antonello Mosso - Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari (Ca)
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